L'INACCETTABILE STRANAMORE

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Con l'espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. La violenza di genere non è solo un problema di cronaca o di emergenza sociale, ma un fenomeno radicato nella nostra storia e cultura, legato agli stereotipi che hanno da sempre influenzato la percezione del ruolo della donna nella società. Se oggi parliamo di parità di genere, dobbiamo ricordare che non è un concetto moderno: è un diritto tramandato dalle lotte del passato. In Italia, il suffragio universale è stato introdotto nel 1946 mentre in Svizzera, per esempio, il suffragio femminile è stato introdotto solo nel 1971, mentre la parità salariale tra uomo e donna è stato approvato nel 1981.Nonostante i progressi, il problema della violenza di genere persiste. Secondo un rapporto del Ministero dell’Interno del 2024, la maggior parte degli omicidi di donne avviene tra le mura domestiche. Il report del Servizio Analisi Criminale (Ministero dell'Interno) evidenzia una diminuzione di alcuni reati-spia di violenza di genere nel primo semestre del 2024, come atti persecutori (-8%) e violenze sessuali (-2%), ma un aumento dei maltrattamenti familiari (+5%).È più spesso l’uomo a uccidere la donna, raramente il contrario. Perché? Alcuni studiosi ritengono che questo fenomeno sia il risultato di una cultura patriarcale che educa gli uomini a percepirsi come dominatori e le donne come subordinate. Un uomo che si sente respinto o incapace di controllare una donna può reagire con la violenza, un’espressione tragica di potere e possesso. Ci si domanda spesso perché molte donne non denunciano. La paura della reazione dell’uomo, la vergogna e la mancanza di sicurezza economica sono solo alcune delle ragioni. Inoltre, il legame emotivo può indurre una donna a dare più possibilità al proprio aggressore, nella speranza che possa cambiare. Questo ciclo di violenza viene spesso spiegato in iniziative di sensibilizzazione come il video “La scala del rispetto”, che aiuta a riconoscere i segnali di violenza crescente in una relazione. La genetica e la differenza fisica tra uomo e donna vengono talvolta usate per giustificare un ruolo subordinato delle donne, ma è un errore. La forza fisica non può diventare il metro di giudizio per stabilire diritti e dignità. È necessario abbattere gli stereotipi: alcune religioni, tradizioni o persino narrazioni mediatiche hanno contribuito a imporre l’idea che la donna debba essere inferiore o che il suo valore sia legato esclusivamente alla capacità di procreare o al suo aspetto. Per contrastare la violenza di genere, è fondamentale sensibilizzare le persone sin dalla scuola e attraverso campagne pubblicitarie mirate. Ad esempio, spot come quelli di Pubblicità Progresso hanno mostrato come anche piccoli gesti di rispetto possano fare una grande differenza. Inoltre, bisogna insegnare alle donne a essere più sicure di sé, a riconoscere i segnali di pericolo e a cercare aiuto senza sentirsi giudicate. Infine, una riflessione necessaria: possiamo fare qualcosa? Sì. Bisogna perseguire tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Nel 2009 è stato introdotto il reato di atti persecutori-stalking. La normativa, aggiornata con la legge n.69/2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante 'sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica'. Il 24 novembre scorso è stata pubblicata la legge 168/2023 contenente disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. Noi cosa possiamo fare? Come cittadini, possiamo agire denunciando situazioni di violenza, educando i ragazzi al rispetto e rifiutando ogni forma di discriminazione. Perché la violenza di genere non è solo un problema delle donne: è una responsabilità collettiva. E il cambiamento inizia da ognuno di noi.
Marco Saccenti
Cloe Dall'Acqua
Sara Bazoni
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