L'ONDA MORALE

Memoria.L'esigenza etica di mantenere in vita il passato.Un passato che deve, quindi, diventare ricordo.Ma che importanza hanno i ricordi?Semplice, la capacità di trattenere a sé gli eventi che hanno formato il nostro ieri è la chiave per aprire gli occhi a comprendere i problemi di oggi e le soluzioni di domani.Questo tutta l’umanità lo deve sapere.“Scolpitelo nel vostro cuore”, scriveva Primo Levi in “Se questo è un uomo”, andando ancora una volta a marcare la sacra importanza della memoria dove tutto sembra distrutto: il dramma della Shoah rase al suolo la fede nell’umanità, anche se, oggi, il rischio è quello di dimenticare.Ma perché? Lo scorrere inesorabile del tempo sta rendendo la sensibile visione che dobbiamo avere verso il genocidio, contro la popolazione ebraica per merito dei governi nazifascisti, un semplice fatto da studiare, trasformando quelle pagine di storia in una passiva e superficiale fiaba triste che si ascolta vedendola come figlia di un tempo ormai troppo lontano per far sì che si possa ripetere. Effettivamente sono passati già 80 anni dall’apertura trionfale, ma drammatica, dei cancelli di Auschwitz da parte delle forze alleate, ma la storia ci insegna che lei stessa è giudice del passato quanto forza ciclica che porta a ripetersi. Questo effetto di ciclicità nominato prima lo possiamo vedere e toccare con mano, d’altronde anche noi siamo dentro l’onda forte e (apparentemente) inarrestabile degli estremismi in continuo ritorno. Basti pensare alla terribile ascesa del partito della ultradestra neonazista AFD che in questi giorni si sta occupando di consegnare a tutti gli stranieri nelle più importanti città tedesche biglietti aerei che hanno come meta il paese di origine dei riceventi: un atto agghiacciante ma che ben si distacca dalla vera politica. Ancora più terrificante è, però, il fatto che questa campagna elettorale si stia ispirando ad una prettamente uguale del partito Nazista tedesco degli anni ‘30. L’unica differenza? Hitler la indirizzava agli ebrei...Ecco, il problema risiede qui, semplifichiamo la storia rendendola un gioco tra nemici e amici, una lunga partita a calcio. Questa memoria ridotta e che banalizza le forze del male incentivando a dimenticare nell’oblio i drammi del passato che rischi porta? Lascio a voi riflettere e darvi una risposta, ma sinceramente pensiamo che vedere il mondo in due dimensioni filosofiche (per l’appunto amico e nemico) neghi l’esistenza stessa di un dolore reale, eliminando così l’essenziale e meticolosa esistenza tutt’ora di sistemi mirati all'oppressione, contribuendo a ripetere gli errori del passato senza coglierne l’aspetto di miglioramento. “Chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo per alleggerire il suo senso di colpa”, diceva Primo Levi, per far capire a tutti noi ascoltatori della sua profetica parola quanto chiunque sbagli e si renda conto della gravità procurata sia il primo grande autore del libro nero della dimenticanza, portando se stesso e la società ad annullare le tracce di quanto creato col passato. Noi, da che parte stiamo? Dire che stiamo dalla parte di Liliana Segre, Primo Levi e di tutti coloro che hanno testimoniato per promuovere la memoria è semplice, ma la vera sfida sta nel riconoscere tutti quei comportamenti quotidiani che caratterizzano la nostra abitudine per fare di una missione di salvezza del ricordo la nostra vita.​
Micheloni Alessandro
Pelizzoni Alice
Vighi Carlotta
Defranceschi Matilde