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CARO NONNO...

Image by Lawrence Krowdeed

12/09/2034

Caro nonno Massimo, 

oggi dopo finalmente dieci anni di duro lavoro sono riuscita a realizzare il mio grandissimo sogno: quello di andare all'estero per studiare.

Non sai quanto duro lavoro e quanti sacrifici sono serviti per arrivare fino a qui, e avrei voluto tantissimo che tu mi accompagnassi in questo estenuante cammino.

Mi raccontava papà che per il poco tempo che ha potuto stare con te prima che ti ammalassi, gli ripetevi ogni giorno di imparare l’inglese, perchè senza quello non sarebbe mai potuto diventare niente e gli dicevi anche: “speriamo che i tuoi figli in futuro non siano fannulloni come te” 

Il mio viaggio, se così si può definire, è partito quando avevo solo 13 anni, ero ancora una bambina ma pensavo molto in grande: sognavo (e sogno tutt’ora) di diventare la scienziata più importante del mondo, così importante che quando qualcuno su google cerca: “chi ha fatto la scoperta più importante del mondo?” Esca la mia faccia.

Ti immagini che bello?

Non so se lo sai, ma sono una persona che ama pianificare tutto, odio trovarmi impreparata in qualsiasi circostanza.

Sono sempre un passo avanti con la testa e mentre faccio qualcosa sto già pensando a cosa farò dopo.

Infatti, purtroppo non mi godo mai i momenti, perchè sì, fisicamente sono lì, ma mentalmente sono da tutta un’altra parte, perciò quando ero ancora in tenera età, organizzai tutta la mia vita per filo e per segno, usando però, una strana unità di misura: quella dell’Odissea.

Avevo appena finito di leggerla in seconda media con il mio vecchio professore.

Se devo dirla tutta, all’inizio non mi piaceva proprio l’Odissea! 

Perchè era molto complessa e facevo tanta fatica a capirla, ma andando avanti con il tempo, sono riuscita ad apprezzarla e ancora più avanti sono persino riuscita ad amarla diventando appassionata di questi ventiquattro libri pieni di segreti.

Avevo scritto sotto forma di personaggi dell’Odissea i pericoli, le gioie, gli obbiettivi e chi avrebbe fatto parte del mio frenetico viaggio.

La mia Itaca era molto lontana, in un'altro continente, bensì al confine tra il Messico e gli Stati Uniti cioè Los Angeles, città conosciuta per il cinema e per le tante università, per la scienza e per il clima molto allegro che si respira nelle strade.

Oggi mi è arrivata la lettera di ammissione per l’università di Los Angeles, università di fama mondiale che chiunque conosce.

Domani finalmente partirò per il mio sogno.

Mi immagino già il cuore che batte all’impazzata quando mi sto imbarcando sul aereo con nelle mani sudate un biglietto di sola andata, il rumore trionfante delle turbine dell’aereo, la videochiamata appena finita con i miei parenti e il telefono imbevuto di lacrime che non si sa se siano di gioia, o di malinconia, o di tristezza, o forse un mix, la musica che mi rimbomba nelle orecchie, la mia testa che si appoggia sul finestrino e i miei occhi ancora offuscati dalle lacrime che guardano l’aereo piano piano, ma forse anche troppo velocemente, volare via. 

Ho avuto tantissime persone che mi hanno aiutato in questo viaggio: mia mamma che è stata l’elemento fondamentale per questo viaggio, è stata la mia bussola colei che mi ha guidata, subito dopo ci sono i miei nonni materni che da sempre mi dicono di non mollare mai e di studiare per non finire mai come loro. 

Infatti mio nonno materno, visto che i suoi genitori non avevano abbastanza soldi per mandare a studiare i figli ha solo la quinta elementare e fece un’intera vita a sgobbare ed ammazzarsi di lavoro senza sosta, ogni giorno partiva la mattina prestissimo e tornava al calar del sole, non aveva ferie e invidiava ogni giorno coloro che avevano la possibilità di studiare. 

Ti sembra vita questa?

Altre persone che furono primarie per il mio tragitto furono i miei fratelli e mio padre che mi ha sempre aiutato fin da piccola, infatti non smetterò mai di ringraziarlo per questo.

Infine, ci sono i miei amici, non quelli momentanei, ma quelli storici, che ci sono sempre stati per me, ragazzi intelligentissimi che mi hanno sempre aiutato per realizzare il mio sogno.

La mia più grande prigione sono i ricordi.

Quelli che ti colorano l’animo, quelli che ti segnano a vita, come si direbbe in Inside Out quelli nelle sfere d’oro, i ricordi più importanti.

Ad esempio le uscite in piscina con le amiche, i balli di gruppo in spiaggia, il torneo estivo che ogni volta giocava mio fratello, gli abbracci alla mamma, la prima volte che guardai mio fratello (ormai ora dodicenne) nel gli occhi, il primo amore, le infiltrate di nascosto in oratorio, i balli sotto la pioggia e altre mille esperienze.

Non riesco a smettere di pensare come la distanza mi staccherà cruderlmente da tutto questo; come quando giochi a tiro alla fune e perdi: tiri e ritiri senza mollare mai e poi ad un certo punto molli, cadi per terra e ti senti disorientato, un pò dalla fatica, un altro pò dalla stanchezza e per un momento vedi tutto cadere attorno a te, come se stai per morire.

Una delle sensazioni più brutte mai provate.

Vorrei sapere come sfuggirne e come non essere divorata dal senso di colpa, e sono sicura che se ci fossi tu qui con me mi avresti aiutato a trovare la soluzione.

Non devo rimanere ammaliata, come nell’Odissea con il canto delle sirene, dall’idea di libertà e di curiosità, perché rischierei di mollare l'obiettivo di una vita semplicemente per la voglia di qualsiasi adolescente: la trasgressione.

Che nel mio caso si farà sentire ancora di più non avendo i genitori vicino a me, che quindi non potranno a distanza mettermi restrizioni.

Dovrò mettere da parte molte voglie, come ad esempio quella di voler esplorare troppo la città e le persone che la circondano, parliamoci chiaro, non sono contraria al conoscere paesi, perchè esplorare è il miglior modo per acculturarsi ed è sicuramente è importantissimo conoscere il luogo in cui ti trovi ma con i giusti limiti: ad esempio non posso fare tardi la sera perchè il giorno dopo ho scuola, non posso perdere di vista lo studio per la voglia di esplorare la città e come ultimo non devo farmi delle amicizie tossiche, come ad esempio persone che ti chiedono di fumare o di uscire la sera tardi per stare nel loro gruppo perché mi possono disorientare e ancor peggio manipolare (come Odisseo in mezzo al distretto di Scilla e Cariddi).

Se devo essere sincera, non so come posso evitare questo tipo di amicizia, però sicuramente devo imporre a me stessa che appena vedo un lato tossico di una persona lasciar subito perdere prima che sia troppo tardi.

Ci sono molte cose che l’Odissea risolve, ma purtroppo dobbiamo ricordarci che non è un testo basato su una storia vera.

Non posso fare dei riti per evocarti, e non sai quanto vorrei.

Ho sentito nel mio petto il cuore di Odisseo, quando scroprì la madre morta trasformata in ombra, fermarsi e poi iniziare a battere all’impazzata, ho percepito i suoi sensi di colpa sapendo di essere la causa e il suo magone in gola.

Non sai quanto vorrei vederti nonno, anche solo per un dannato minuto e abbracciarci o anche solo farmi raccontare storie come una normalissima coppia di nonno e nipotina.

E nonostante non ti abbia mai conosciuto credo in fondo in fondo di essere quella che ti conosce meglio, quella che ha voluto conoscerti meglio. 

Ti voglio tanto tantissimo bene nonno.

Ginevra 

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