top of page

IL SENSO DELLA VITA

Abbraccio.jpg

Ti ritrovi davanti davanti al bivio dove Rinaldo e Ferraú sono costretti a prendere la fatidica scelta di dove andare. Destra o sinistra? L'ansia che in quel momento senti salire dalle vene ti si accumula nel corpo come una botta di adrenalina.

Non sai qual è la strada giusta. 

Forse a destra ci sarà quello che amo, o forse a sinistra? Ma per quanto mi piacerà questa circostanza? E se quella che sto prendendo è una scelta azzardata?

Ma comunque, imperterriti, decisero di prendere con un nodo alla gola questa scelta perché sono alla ricerca di un grande obiettivo.

Ricerca, nel poema "Orlando Furioso" è la parola chiave. 

Cercano una donna, la donna dei loro sogni.

La vogliono a tutti i costi per sé, ma allo stesso tempo vogliono sfoggiarla come una medaglia d'oro.

Necessitano di avere la convinzione di avercela fatta per non passare una vita nell'agonia e nel pentimento più totale, pensando a cosa si poteva eventualmente cambiare per vincere.

La ricerca può essere di tante nature, una ricerca personale, una ricerca di gruppo o di qualcosa di concreto oppure di qualcosa di più spirituale, sentimentale. Come ad esempio la ricerca della felicità.

La parola mi ricorda quanto si deve scavare a fondo nelle cose prima di trovare ciò che ambisci, e questo richiede diversa fatica e sacrifici.

Vivo in una società che da questo punto di vista è molto carente, ciò che vuoi lo ottieni anche solo digitando su google alcune parole sconnesse tra loro, senza mai soffermarsi sul valore simbolico delle cose.

Non c'è più la stessa passione e la stessa importanza che si dava prima ai piccoli gesti, leggere un libro o anche semplicemente considerare la grande opportunità di stare in una classe.

Quanti ragazzi si sentono dire: "a cosa serve la matematica? tanto ho la calcolatrice" o ancora "a cosa serve conoscere la grammatica? c'è il dizionario". Ed è qui che si sbagliano. Quando andiamo a fare un viaggio o una ricerca, portiamo con noi una valigia, ciò che più ci sta a cuore. Possono essere vestiti, cibo, cuffiette per la musica, fotografie, carta e penna e molto altro.

Nel nostro viaggio della vita, che ci porta ad una irrefrenabile voglia di sentirci realizzati, dobbiamo anche noi creare questo bagaglio. Un bagaglio pieno di idee o pensieri essenziali che vogliamo tenerci stretti.

Storie, libri, poemi, testi, lezioni fatte da prof spettacolari, interazioni con amici, viaggi, immagini, ricordi. Quello che sei.

E qui, purtroppo o per fortuna, non ci sarà il dizionario e nemmeno la calcolatrice.

La voglia di ricercare dentro di noi un sentimento di felicità è sempre assidua e molesta. Sentiamo come se fossimo gli unici ancora "vuoti".

Vediamo un cielo pieno di stelle riflettersi come chicchi di sale e non riusciamo ad identificarci in nessuna di esse fallendo anche a piazzarci nel cielo per brillare.

Ognuno può avere strumenti diversi per raggiungere il proprio obiettivo, Odisseo viaggiò e viaggiò, Liliana Segre portò la sua testimonianza a noi, Einstein fece esperimenti.

Loro la trovarono la felicità. Ma, soffermiamoci sulla parola felicità. Concretamente, che cos'è la felicità? La felicità è un prisma, che riflette per ogni persona colori diversi.

Per tanti la felicità sono i soldi, per altri l'amicizia o la famiglia e per altri la cultura.

Invece, per tanti, come per Orlando, la felicità è l'amore.

L'amore può essere qualcosa di eterno? Io amando qualcun altro, posso sentirmi veramente gioioso? E se mi fa veramente male?  Se nel corso della nostra vita, non ci realizzeremo mai da questo punto di vista? 

Dipende come tutto, da chi è protagonista del cammino. 

Alcuni si rialzano più forti di prima, curandosi da soli le ferite con lacci emostatici, anche se molto profonde. Altri per amore si creano ferite molto profonde, fisiche o psicologiche come per il nostro grande generale che impazzì per Angelica e si dissociò completamente dalla realtà e dalla società.

L'amore sano ti cambia, ti rende unico, ti fa provare sensazioni che niente e nessuno potrà mai replicare, ti accultura. Si, so che sembra stupido, ma l'amore ti rende più intelligente, ti apre a dibattiti, a discorsi dove ti puoi sentire del tutto libero di dire ciò che vuoi, perché nell'amore vero, non sarai mai giudicato. 

Prenderai pezzi della persona che amerai e attenzione a decidere se questa è alla tua altezza riuscendo donarti le sue parti più positive.

Nella generazione Z, si guarda molto l'aspetto fisico delle persone.

"Deve essere per forza alto, magro, col ciuffo e gli occhi azzurri". Quante volte abbiamo sentito questa frase? Io credo troppe volte per essere tollerato ancora questo atteggiamento. Dobbiamo trovare una persona che ci affascini aprendoci la mente, gli occhi, facendoci sentire suoni in natura mai sentiti o a cui non hai mai prestato attenzione.

Questa è una vera persona. 

La ricerca mette paura, molta paura. Tanti giovani pensano con svogliatezza di non riuscirci, e quindi non ci provano neanche.

Io non credo in questa medicina, credo che provarci e riprovarci porterà risultati molto buoni sempre, per chiunque e in qualunque caso. Devi volerlo però.

Mi sono accorta solo a fine dell'anno scorso dei milioni di errori che stavo facendo tirandomi, da sola, la zappa sui piedi.

Mi imponevo di non andare bene in grammatica, non studiavo inglese e nemmeno francese, quando sentivo un commento negativo su qualche mio elaborato mi chiudevo a guscio come una tartaruga senza ascoltare i commenti costruttivi dei prof.

Sto imparando a controllarmi, questo è il mio obiettivo. 

Ricercare il sentimento di calma che tanto invidio a tante ragazze della mia età, senza ovviamente farmi mai mettere i piedi in testa.

Un mio prof mi disse:"nelle Argonautiche, viene scelto Giasone, e non Ercole, per essere il capo della spedizione, perché faccia la guerra ma anche la pace con i popoli. Tu la guerra la sai fare, quest'anno hai scoperto più o meno, la pace." Ripensai per tutta estate a questo biglietto, con un filo di nostalgia e anche di delusione verso me stessa. Mi dava molto fastidio il fatto di non essere perfetta, quel "più o meno" nel biglietto mi destabilizzò. 

Iniziai a lavorare molto su me stessa, cercando di ringhiare sempre meno ascoltando prima le opinioni dell'altro. 

La strada è molto lunga, ma credo che come tanti, la mia ricerca andrà a buon fine, di questo passo.

Ginevra Ravagna

bottom of page