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YASMINE, NATA DUE VOLTE

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Una barca partita da Sfax, in Tunisia (Africa settentrionale), su di essa: uomini, donne, ragazze, tra di loro Yasmine, 11 anni. Lei è scappata dalla Sierra Leone con suo fratello. Lui, come tutte le altre persone su questa barca, tranne Yasmine, è sparito tra le onde del Mar Mediterraneo, inghiottito dalle onde del mare, lo stesso mare testimone di tante storie di morte e sopravvivenza simili a questa.Sono davvero molte le sfumature che mi hanno colpito, nell’articolo del Corriere della sera ”Il naufragio, strage Yasmine, 11 anni, sola in mezzo al mare” del 12 Dicembre 2024; Leggendolo ho colto non solo la parte triste, ma anche il suo messaggio di speranza.Yasmine, 11 anni, unica sopravvissuta di una delle tante imbarcazioni in viaggio verso l’isola di Lampedusa, cariche di persone disperate e convinte di andare verso la terra promessa dalla quale cercano accoglienza, convinte che il nostro “Continente”, sia un posto non solo sicuro ma in grado di dare loro diritti nuovi.Yasmine, quando si è accorta che in quel mare aperto, era rimasta sola a lottare per la propria vita, ha gridato così forte in piena notte, da superare il rumore del vento e facendosi sentire dai membri dell’equipaggio della ong tedesca Compass collective. Questi ultimi, infatti, attirati dalle urla hanno potuto vedere una ragazza legata alla vita grazie alle camere d’aria del gommone, riuscendo a portarla in salvo.Yasmine era in ipotermia ma vigile e reattiva, così presente da raccontare di essere rimasta in mare per tre giorni, vicino a persone “scomparse tra le onde”.La prima cosa che ho pensato è stata che questa ragazzina temeraria, della mia età, ha dimostrato un coraggio che solo la disperazione e la voglia di sopravvivere possono stimolare. Posso immaginare la paura, lo spavento e il terrore di essere rimasta sola senza nessun tipo di aiuto e in mare aperto.Yasmine è stata forte e coraggiosa e non ha mollato nonostante la disperazione. I soccorritori hanno detto che una persona può resistere all’ipotermia per massimo dodici ore, non riuscendo a spiegarsi come potesse una ragazzina dimostrareuna tale resistenza.Mi ha colpito molto la sua tenacia e la sua voglia di vivere che le ha permesso di rimanere in acqua per tre lunghissimi giorni, al freddo in balia della onde, con la possibilità di morire da un momento all’altro.Un altro aspetto che mi ha rattristato è stato leggere che ha perso suo fratello, unico componente della sua famiglia, in viaggio con lei; Se io perdessi mio fratello non potrei superare questo vuoto, una parte di me, sicuramente morirebbe con lui.La famiglia a qualsiasi età è fondamentale, per la crescita personale, per gli esempi che gli adulti ci danno, per l’affetto e l’amore che ci permettono di sopravvivere alle prove che la vita ci pone tutti i giorni; Quando ho letto che Yasmine ha abbandonato la sua terra ho compreso che non ne avrebbe avuto più una.Penso che una delle parti più conosciute della storie dei migranti riguardi gli “scafisti”, loro abbandonano delle persone innocenti solo per guadagnare dei soldi.Guardando l’immagine dell'articolo, ho notato una soccorritrice che copre Yasmine con una termocoperta per farla riscaldare, visto che era in ipotermia e sotto shock, gli occhi della ragazza sono sbarrati, sicuramente perchè è stremata e senza forze.Vedere la dolcezza di chi si prende cura delle persone in difficoltà mi fa vedere l’aspetto positivo in questa storia, nulla è perduto definitivamente, se abbiamo qualcuno che si prende cura di noi. Al mondo non ci sono solo persone cattive!Yasmine è partita dal suo paese e voleva rimanere con suo fratello nella pace, ma le onde del mare hanno portato via tutto e tutti i vecchi sogni di questa coraggiosa ragazza, tuttavia questa storia ci insegna che la speranza dobbiamo sempre custodirla.Tutti dovremmo imparare da Yasmine l’amore per la vita.

Adriano Gentile 

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