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SCOPRIRE I TANTI IO CHE SIAMO

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Il solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno, i raggi cadono perpendicolarmente sulla Terra, determinando l’estate e permettendo il maggior numero di ore di luce.Il sole riscalda un piccolo giardino, illumina due garofani rossi, un ulivo, un caprifoglio poco ramificato, radi pini, marmo, luci, uomini.Nel piccolo giardino, descritto nella poesia, un pioppo, con il fruscio delle sue foglie mosse dal vento, scandisce le ore, il tempo, la vita di ogni essere come una clessidra. Respira imperterrito, inesorabile. Nel giardino c’è la vita, il merlo trilla quando va a bere e si sente a volte tubare la tortora. Anche la notte è viva, dinamica ma silenziosa.Quando la luce della luna si fa più intensa, il pioppo manda l’ombra delle foglie sul muro bianco di abitazioni ed edifici, come passi neri.Dopo la descrizione del giardino attraverso la vista e l’udito, il poeta usa degli imperativi per far riflettere il lettore sul significato della poesia.Invita ad accettare chi si è: ognuno deve accogliere i propri pregi e difetti, così come nella natura ci sono piante da ammirare (garofani rossi, ulivo) ed altre meno belle (un gramo caprifoglio).La poesia non va immersa nei platani profondi, va nutrita di quella terra e di quella roccia che si hanno: la vita è accettazione ed incanto, ha gioie e dolori, sorprese che meravigliano, deve essere nutrita di desideri, sogni, sorprese che si possono realizzare con le proprie capacità ed il proprio impegno.Il resto si deve scavare sul posto per trovarlo: se si guarda bene in se stessi si scopre che si hanno molte qualità positive. In un giardino, anche quando può sembrare piccolo, in realtà c’è tanto da scoprire.Io a volte ho paura di non essere in grado di far bene a scuola o nello sport, come i miei compagni ma, se ho più fiducia in me stessa, mi impegno per arrivare a riuscirci. A volte prendo ispirazione e spunti dagli altri per migliorare.Le mie qualità positive sono la sincerità, la tenacia nello studio e il voler far bella figura con i genitori, gli insegnanti e gli amici.Alla fine ho capito che il mio giardino è ciò che io sono, penso, sogno, desidero.Tra gli argomenti che abbiamo affrontato in classe, attraverso cortometraggi, foto, frasi e stralci di testi, si possono trovare collegamenti con la poesia letta.Nel cortometraggio di Mr. Hublot, un robot perfezionista, la vita prevedibile e predefinita che conduce, è monotona e solitaria. Subisce poi un cambiamento, quando Mr. Hublot salva un cane abbandonato, indifeso ed impaurito, che sta per essere portato via in una discarica. L’uomo robot accoglie ed accetta l’animale robotizzato in casa sua e con questo imprevisto diventa socievole provando per la prima volta emozioni e sentimenti.Abbiamo ricavato altre considerazioni osservando delle foto e commentando delle frasi. Da queste abbiamo capito che la vita è fatta di scelte e decisioni da prendere, con dubbi, indecisioni, rischi, ma anche con coraggio.Il nostro “io” è complesso e stratificato: immagina, desidera, fatica, è perseverante, cerca di superare sè stesso per migliorare.

Caterina Odi

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