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Image by Marius Masalar

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Vorrei partire dall’ultimo film visto in classe “LES CHORISTES” per esprimere le mie considerazioni in merito al lavoro svolto in questi primi due mesi di anno scolastico. Ho trovato davvero illuminante il film, poiché racchiude molti temi presenti nelle letture e nei filmati proposti e analizzati in classe. Devo ammettere che in esso l’atmosfera è piuttosto triste e si addice più ad un carcere minorile, che ad un collegio. Il sorvegliante Mathieu è un musicista fallito, dall’aspetto buffo e goffo. Egli, però ha due grandi passioni: la musica e l’insegnamento ai ragazzi. Anche se lavora in un ambiente poco compatibile con il suo carattere e con colleghi e superiori che non condividono i suoi metodi, resta sempre se stesso. Mathieu cerca di capire i suoi alunni, senza farsi condizionare da ciò che hanno fatto in passato, senza pregiudizi. Cerca di mettersi nei loro panni, provando a valorizzare ciò che di buono c’è in loro ed è così che da un gruppo di disadattati nascerà un coro. Riesce a trasmettere passione per la musica, a cambiare la loro vita e a prospettare loro un futuro migliore. I ragazzi, in un primo tempo dubbiosi, accettano di seguire l’esperimento di Mathieu. Il film racconta le loro paure, le loro emozioni e le loro speranze. Anche la musica ricopre un ruolo importante ed è attraverso essa che i ragazzi migliorano. La musica li unisce e li responsabilizza, ma anche che li fa sentire, per la prima volta, importanti.I temi sviscerati nelle varie letture sono legati al nostro mondo, benché, in alcuni casi, siano stati scritti o ambientati molti anni fa o addirittura millenni come nel caso di Plinio.Nonostante ciò, sono attualissimi, poiché le emozioni e le sensazioni dell’essere umano restano le stesse nel tempo. Il percorso che abbiamo svolto in classe, mi è servito da insegnamento e da stimolo. La paura del cambiamento presente nel cortometraggio di Hublot, la possiamo trovare in tutte le persone che si accontentano della loro vita, anche se non pienamente soddisfacente, solo perché temono di non poterne avere una migliore. La paura dettata dall’ignoranza che abita la casa de “Il fantasma molto antico” è la paura di ciò che non si vuole conoscere, che porta al pregiudizio e nei casi estremi all’odio. La paura di accettarsi che troviamo nel protagonista de “Il gatto nero” ed in alcuni tratti nel preside dell’istituto nel film “Les choristes”, è la stessa che vediamo quotidianamente trasformarsi in episodi di violenza ai danni dei più deboli. Nella poesia di Seferis ed anche nel film la paura di non essere all’altezza e di non riuscire ad emergere, valorizzando i propri talenti, invece, viene superata. Il messaggio che passa è quello che qualsiasi persona ha dentro di sé degli aspetti positivi e delle qualità. Deve solo credere in se stessa e deve avere la fortuna di incontrare un buon maestro, che la comprenda e sappia istruirla alla scoperta delle sue doti.Un altro tema affrontato è stato quello delle illusioni perdute dei ragazzi. Sinceramente la parola “illusione” l’ho sempre associata a qualcosa di negativo, di irrealizzabile. Preferisco pensare alle illusioni come le speranze, le aspettative o i sogni dei giovani. Il film, a mio avviso, è il perfetto esempio di un sogno che si realizza. Non tutti i ragazzi riusciranno ad uscire dalla loro condizione disagiata, ma quelli che ci credono veramente e si lasciano condurre ed istruire, otterranno il risultato sperato. Persino Pepinot, che attendeva ogni sabato il suo papà morto, riesce, con la perseveranza ad averne uno.L’ultimo aspetto che ho riscontrato nelle varie letture e film, è la necessità di analizzarsi. Viviamo in una società frenetica, in un mondo dove il tempo deve essere sempre impegnato ed è proibito annoiarsi e dove difficilmente ci si ferma a pensare. Un mondo che consuma tutto in fretta e nel quale il passato puzza di vecchio. Per essere felici penso sia necessario conoscere se stessi, accettare le proprie radici e ricercare i valori che ci sono stati insegnati. Bisognerebbe sforzarsi di non avere paura di scoprire lati del proprio carattere che potrebbero non piacere. Dovremmo riflettere sulle nostre necessità ed ambizioni, pensando che la nostra vita sarà davvero realizzata solo quando avremo seguito le nostre aspirazioni.

Lorenzo Mantelli

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