LA BESTIA UMANA

Ciao, sono Marco, ho 15 anni e vivo a Mantova.
Frequento la prima superiore e se devo essere sincero penso che la dovrò ripetere l’anno prossimo: perchè? Ecco, non è che non mi piaccia studiare, beh io amo i libri e soprattutto la matematica, ma in classe ho conosciuto un gruppetto di tre persone che sembra proprio non potermi vedere; e ciò provoca in me un certo stress che mi fa andare male coi voti.
Ogni giorno trovano un motivo diverso per esercitare violenza contro di me: prima perché porto gli occhiali, poi perché ho l’apparecchio; l’ultima “ragione” è stata che non li avessi fatto copiare durante la verifica di inglese.
Questo vero e proprio branco di bestie mi piace identificarlo con il “mio linguaggio”, quello della scienza: il primo membro è Luca, l’alcol, che con la sua perpetuità sembra avere una dipendenza a picchiarmi; poi c’è Fabio, il benzene, che alimenta il gruppo pur non facendo niente; infine il terzo elemento è Giulio, la naftalina, lui cerca sempre di mettermi il bastone tra le ruote impedendomi in ogni luogo e in ogni occasione di provare felicità.
Sbaglio o le tre sostanze che vi ho elencato per descrivere “il branco” sono i tre elementi più cancerogeni per l’AIRC? Ecco, ho usato questa classificazione perché vedo in loro il mio cancro, quella malattia che mi consuma da dentro.
Quando mi vedono camminare per i corridoi della scuola iniziano il loro esercizio di supremazia incrociando il loro sguardo col mio, il primo proiettile che mi catapulta in una dimensione dove esistiamo solo io e loro.
A quel punto mi inseguono, non posso urlare altrimenti qualche prof si arrabbierebbe, e mi portano in bagno dove iniziano a perseguitarmi come se fossi il peggior peccatore nell’inferno: calci, sberle, pugni e, per poter vantare un “premio” una bella foto di me con la testa nel wc.
Così, con l’anima in spalle, torno a casa dopo ogni caso di bullismo che subisco da loro: triste, con gli occhi vuoti, quegli stessi occhi che mi hanno annientato portandomi in quella dimensione di intima violenza quotidiana.
Vorrei sparire.
Questo è quello che penso, alla fine vaporizzarmi in una nuvola o in un soffio di vento allevierebbe ogni mia sofferenza…
Ma sono pazzo? Questo è quello con cui mi rispondo quando il pensiero di non essere più mi si ripropone: come puoi lasciare una sofferenza tale a chi ti vuole vedere vivo.
Ecco, forse solo a questo punto capisco che il problema non sono io ma gli altri, anche se quando si mette un pesce a scalare un albero esso si sentirà sempre nell’errore, come diceva Albert Einstein, mio idolo.
Alla fine il branco è riuscito a innalzare un confine tra me e loro impedendomi di vedere le cose belle della vita…
Che senso ha vivere così?
In effetti la mia non è vita, una sola sopravvivenza basata sul silenzio.
Un’indifferenza contro me stesso che ieri è però finita: dopo mesi di pugni e foto condivise a tutti ho avuto il coraggio di far sentire il mio monito prima ai miei genitori che si sono confrontati con la prof di matematica e scienze (la mia preferita per le materie che insegna) in modo che una catena del bene partisse e contrastasse quella del male.
Oggi sono stato chiamato a fare una scelta per le sedute dalla psicologa d’istituto, o farle solamente tra me e lei o con anche la presenza del "branco" cancerogeno.
Io ho deciso di iniziare le chemioterapie in presenza del mio cancro “morale” raccontando ai tre “elementi” ciò che mi hanno fatto passare.
Inizialmente erano chiusi e ogni tanto la risata scappava, anche se alla fine siamo usciti e Fabio, il benzene che alimentava il gruppo, mi ha chiesto se fosse ancora meritevole di essere chiamato umano…
Lì ho avuto la possibilità di confermare che lui in realtà era una persona molto profonda: io gli risposi dicendo che le bestie si riconoscono quando non hanno la capacità di ammettere la loro natura perché convinte di essere nel giusto e che, quindi, imparare a vedersi per come si è realmente è il primo passo per tornare umani.
Così io sono stato in grado di andare con un ariete contro il muro dell’indifferenza violenta del bullismo, e d’ora in poi posso dire che la mia missione è smontare questa barriera!
Micheloni Alessandro
Nicoli Isabel
Singh Harshdeep
Gounni Malak
Caushi Asimela