LE ILLUSIONI PERDUTE DEI RAGAZZI

I VINCITORI ESISTONO SOLO GRAZIE AI VINTI
Io non mi riconosco nei ragazzi descritti nell’articolo “Le illusioni perdute dei ragazzi” di Stefano Bartezzaghi su La Repubblica, poiché gli adolescenti di oggi non riescono a reagire quando subiscono una sconfitta o un no, sia a livello sentimentale che scolastico. Secondo me, molti di loro non hanno voglia di impegnarsi realmente e hanno paura dell’insuccesso. C’è una cosa che mi differenzia da loro: quella di non arrendermi mai e di dare se possibile anche più del massimo. Infatti, non mi ritengo un soggetto passivo ma attivo e in continuo movimento, che getta continuamente il guanto di sfida verso il mondo, seguendo le mie ambizioni e i miei sogni. A dire il vero, neppure i successi, spesso, sono sufficienti a motivare i ragazzi di oggi. In questa società caotica e disorientata, mi sembra di stare in una via di mezzo, che non impone sempre di essere il migliore di tutti, ma anche di accettare le sconfitte, perché nella vita si può sempre perdere. Esistono i vincitori, ma affinché ci siano quelli, devono esistere anche i vinti. Se dovessimo essere tutti focalizzati sulle vittorie, il mondo intero sarebbe invaso dalla vanità degli umani. Quindi non dobbiamo puntare a dimostrare una perfezione irraggiungibile, ma nemmeno farci abbattere dal pessimismo, come suggeriva Leopardi con la sua idea che “l’uomo non sarà mai nulla”. Al contrario, dovremmo impegnarci a crescere ogni giorno, cercando di avvicinarci alla versione migliore di noi stessi. In questi giorni è stata celebrata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: la mia opinione riguardo ai femminicidi è che i ragazzi, non sapendo accettare un rifiuto, lo interpretano come un tradimento e, per vendicarsi, reagiscono con violenza verso la loro compagna. Ricordiamo che il diritto alla vita fa parte dei diritti umani e non dobbiamo toglierla a noi stessi o ad altri, perché non si è ritenuti all’altezza o per tradimento. L’importante è accettare quello che si è e nutrire la propria vita come se fosse una piantina, che cresce e può dare frutti ed esprimere il massimo del suo valore. Dovremmo chiederci soprattutto a cosa è dovuto, quale può essere la causa di questo fenomeno, sempre più frequente tra i ragazzi di oggi. E’ uno sbaglio della scuola che pone gli alunni di fronte ad una continua sfida, l’uno contro l’altro? Oppure potrebbe anche essere lo spirito di vanità che induce i perdenti a subire le sorti del vinto. La nostra immagine, la nostra storia e la nostra vita sono fatte da continue sfide: tra Stati, tra città, tra villaggi (come in “La guerra dei bottoni"), tra compagni di classe, tra amici, alcune volte anche tra genitori e figli. Pure la vita è una sfida, ma una sfida che non dobbiamo affrontare con l’idea di schiacciare gli altri per sentirci forti. Dobbiamo imparare a rispettare chi ci sta accanto, perché ogni sconfitta insegna qualcosa e ogni vittoria ha valore solo se conquistata con lealtà.Essere "vincitori" non significa solo arrivare primi, ma anche crescere, migliorare e non perdere mai la capacità di vedere negli altri, persino nei "vinti", qualcosa da cui imparare. Perché in fondo, siamo tutti parte dello stesso gioco: quello di diventare la versione migliore di noi stessi o, perlomeno, avere il sogno e l’illusione di diventarlo.
Leonardo Pietralunga